Ritratto (interiore)
Questo qui sotto sono io.
Per essere del tutto sinceri, sarebbe questo il mio aspetto se non fossi miope e portatore di occhiali, se non mi fossi incastrato nella professione di avvocato, che più o meno mi dà da vivere, e se fossi riuscito - anche se non è mai troppo tardi - a orientare i miei quasi sessantuno anni esclusivamente verso tutto ciò che davvero mi interessa e mi piace. 1
Comunque, 2 l’immagine è piuttosto fedele: i lineamenti sono quelli, la faccia è quella, la barba ingrigita è quella, le rughe e le borse sotto gli occhi sono quelle, lo sguardo (che sembra porsi tra il cinicamente ironico e l’empaticamente beffardo, mentre invece è solo) miope è, pure, quello. Non sono mai stato biondo e oramai tengo i capelli rasati alla Yul Brinner; dovessi farli ricrescere, potrei valutare una tinta. In ogni caso, questo avatar è ciò che mi pare di (oppure, vorrei) vedere quando la mattina mi guardo allo specchio, preparandomi ad affrontare tutti gli impicci professionali, personali, familiari, sociali, amicali, sentimentali, emozionali e chi più ne -ali più ne metta. 3
In effetti, con questo volto, ideale o interiore che sia, mi pare di essere un po’ più attrezzato per la battaglia del quotidiano. Che non sono mai sicuro, la sera, di aver vinto.
Note minime
Nato a Roma, il 6 gennaio 1964.
Intorno alla mia nascita e alla mia famiglia, biologica e anagrafica, ci sono tante notizie curiose, che - vincendo il pudore e la riservatezza - troverò il modo di raccontare, in qualche modo.
Non sono e non mi sento, propriamente, “romano”, giacché nel mio sangue si mischiano genealogie piuttosto eterogenee, 4 di cui vado oltremodo orgoglioso anche se in realtà non ne ho personale merito; con buona pace dei fissati con La Patria, La Nazione, Le Nostre Sacre Tradizioni e tutta la paccottiglia in tema.
E, con ciò, dovrebbe apparire chiaro verso dove sono orientate le mie antipatie politiche e filosofiche, così risparmio la fatica a chi vuole cessare immediatamente di seguirmi. Se parlo di “antipatie” è solo perché il discorso sulle mie “simpatie”, politiche e filosofiche, è un tantino più complesso e, da altro punto di vista, non definitivo. Preferisco, dunque, procedere per eliminazione, che si fa prima.
Nome: Vincent Le Monde. Nota bene: non è uno pseudonimo, ma è proprio il mio autentico e vero nome, che mi sono dato il giorno della mia rinascita iniziatica, dopo alcune ore che giacevo nudo, avvolto in un lenzuolo, sepolto nella fossa che mi ero scavato per l’occasione con le mie mani (e l’aiuto di un badile).
Nome anagrafico: chi vuole davvero lo trova facilmente, con un po’ d’arguzia, con Google.
Relazioni familiari e sentimentali: sposato per alcuni anni, poi dolorosamente separato e infine felicemente divorziato; 5 due amatissimi figli; vivo da moltissimi anni con una compagna straordinaria, amata, che mi ama, che non trovo parole al momento (ma le troverò, oh sì che le troverò) per parlarne di più e meglio; i suoi due figli, altrettanto amatissimi, perché non si vuole bene solo con (o grazie a) il sangue (e poi, come fai a non amare i figli della donna che ami, mi spiegate?). Un cane. Un gatto. Una piccola campagna nella parte ferrarese del delta del Po. Alcuni amici veri, autentici, profondi, amatissimi (che fortuna per me, sono grato ogni giorno per tutto questo).
Studi: maturità classica, laurea in giurisprudenza, tesi in diritto internazionale pubblico dal titolo «Il regime giuridico delle risorse minerarie dell’Antartide». Per la maggior parte della gente: una vera pizza; però ci sono oltremodo affezionato e ho bellissimi ricordi di biblioteca. Tra l’altro è stata una delle ultimissime cose che ho prodotto senza strumenti digitali di ricerca. Sono soddisfazioni, no?
Altri studi: facciamola corta: dottorato e post dottorato in Diritto delle Comunità europee (che oggi si chiama Diritto dell’Unione europea); qualche progetto di ricerca universitaria, non pagata e non strutturata, sui satelliti di comunicazione, la posizione delle regioni italiane nel diritto europeo, il regime giuridico dello spazio cosmico e dei corpi celesti, il mercato comune dei medicinali etc. etc. Tutte cose piuttosto diverse tra loro, che testimoniano, più che il mio eclettismo, la mia incostanza e, forse, anche una certa mia inettitudine a essere specialista di qualche cosa.
Professione: avvocato da circa trent’anni. Stanco di esserlo (di farlo).
Per una diecina di anni ho fatto anche il Giudice di Pace; mi piaceva, devo dire. Quando però, a un certo punto, mi sono reso conto che iniziavo a ragionare più come colui che giudica e meno come giurista, temendo di perdere o di tradire la mia allure di avvocato, ho preferito smettere.
Esaurita la parte professionale, passiamo ad altre esperienze.
Sono stato volontario del 118 con la Croce Rossa Italiana. Ho preso anche la patente speciale per le ambulanze.
Ho studiato e praticato il massaggio olistico, quello californiano, lo yoni massage rituale e il metamassaggio trascendentale (ci ho pure scritto un breve libro).
Dicono che ho “il fluido” nelle mani, che non ho mai capito bene che cosa intendano, ma che - siccome pare faccia stare bene le persone - non mi preoccupa più di tanto.
Sono e mi sento tarologo, ossia studioso e praticante di Tarocchi, in particolare Tarocchi di Marsiglia, ancor più specificatamente i Tarocchi di Marsiglia secondo Alejandro Jodorowsky. 6
Ulteriori note minime
Altre cose, alla rinfusa, che tengo nel bagaglio, insieme all’asciugamano: 7
meditazione, quasi quotidiana 8
mindfulness
tantra9
psicomagia
metagenealogia
yoga… ci ho provato, giuro che ci ho provato (ma è troppo, per la mia pigrizia corporale)
tanti libri: che leggo, che non riesco a leggere, che compro, che mi regalano, che dimentico, che vorrei scrivere…
amo la natura
amo gli animali
amo l’umanità (meno gli esseri umani nel loro complesso; di più gli esseri umani uno per uno)
amo le donne (come genere, come persone singole, come mondo onirico, come universo interiore, come isole di saggezza, come oceani di sapere atavico; se c’è un dio, non può che essere donna) 10
non mi relaziono facilmente con i maschi; preferisco gli uomini
amo l’arte, la musica e la poesia
amo il cinema di quasi tutti i generi
amo il buon cibo e la buona compagnia
amo godere della vita (anzi, più propriamente, amo godere)
mi chiedo costantemente che cosa ci faccio al mondo, da dove vengo e dove vado; il tutto con l’oramai radicata convinzione che è tutto, praticamente, lo stesso e che i nostri pochi anni su questa terra, di fronte alle dimensioni dell’universo, sono di assolutamente trascurabile importanza e significato
allo stesso tempo, guarda la contraddizione, resto del pari convinto che c’è - ci deve essere - qualche cosa di tremendamente importante nella vita e nell’esistenza di tutti e di ciascuno di noi
(Continua).
TCDIP, “Tutto ciò che Davvero mi Interessa e mi Piace”, emergerà gradatamente da quanto andrò via via condividendo su SB. A patto, naturalmente, che possa interessare a qualcuno.
Dicono che non s’inizia una proposizione con “comunque”, mi prendo una licenza.
L’ordine delle categorie d’impiccio è del tutto casuale, non riflette alcun grado di importanza o rilevanza ed è - oltretutto - mutevole a seconda delle giornate e del calendario, nonché a seconda del mio umore.
Incidentalmente, per 1/32 sono turco.
Vedete come evolve l’anima di una persona?
Avviso ai naviganti: A. Jodorowsky apparirà spessissimo nelle mie note.
Di tanto in tanto mi viene spontaneo fare delle citazioni un po’ (ma non tanto) criptiche e nascoste. Mi farà piacere se qualcuno le riconosce e mi scrive.
E, con quel “quasi” … ho detto tutto.
Qualsiasi cosa vogliate intendere con questo termine, piuttoso oscuro e di certo alquanto abusato.
Non siate così superficiali, per favore, da liquidare questo punto con un « sì vabbe’, un altro fissato con l’idealizzazione della donna». Non è così e se non si capisce è di certo colpa mia che mi esprimo male, ma fate un po’ di sforzo e lo capite.
"Bingo"... (cit) Emilia Perez. Non amo in modo particolare questa parola, trovo che chi ne fa uso per indicare la centratura del bersaglio sia a corto di fantasia con un modesto vocabolario. Ma essa nel film in questione viene pronunciata in un esatto momento che dà una svolta alla narrazione. Da qui in avanti adesso sappiamo un po' di più grazie alla sua presentazione.
Buona domenica
Ti scopro ora con questo pezzo e devo dire che è bellissimo. In tante cose mi sono rivista, ferma nella versione allo specchio senza intelligenza artificiale 🪞